martedì 11 luglio 2017

Lo spumante delle emozioni

Sono stata, fin da bambina, una persona estremamente emotiva.
Una di quelle che si emoziona per un nonnulla, che basta una bella foto per commuovermi.
Che se per qualcun altro il film che stiamo vedendo è blandamente commovente, per me è come vedere 10 volte in un minuto Schindler's List.
Ho dovuto imparare ad autoregolarmi, per sopravvivere. Per non farmi ogni volta travolgere da questa mia parte emotiva. E quando ho imparato, la mia vita è cambiata.
Penso che non sia molto importante che vi dica come ho imparato, anche perché ha molto a che vedere con il lavoro che faccio: ciascuno può trovare il suo modo, di strade ce ne sono davvero tante.
Ma la scoperta che ho fatto, quella si' che è importante.
Ho scoperto che non è tanto quello che proviamo ad avere effetto su di noi, ma per quanto tempo lo proviamo.
L'emozione forte avviene, certo. Non viviamo in un eremo, siamo inseriti in un ambiente che ci coinvolge emotivamente. Le persone che incontriamo, le relazioni che abbiamo, i fatti che ci accadono. Ma ogni emozione, dalla più forte alla più debole, ha un tempo limitato, se non le diamo opposizione. Se la lasciamo accadere, se le vogliamo bene per il tempo in cui accade, e se la lasciamo andare, lei semplicemente avviene e se ne va.

Proviamo a considerare l'emozione come spumante. Quando agitiamo una bottiglia per stapparla, dopo aver tolto il tappo, lo spumante esplode. Reprimere un'emozione è come cercare di trattenere il tappo. Un'operazione inutile, anche perché, andato via il tappo e venuta meno la pressione, lo spumante si acquieta e noi possiano berlo.

Ecco. La prossima volta che arriva un'emozione forte, pensate ad un Franciacorta. Lasciatela uscire, state con lei. Respirate. E, sopratutto, durante e dopo, non giudicatevi per averla provata. Amate le vostre emozioni.


Accettazione è un moto di disponibilità del cuore
a includere qualunque cosa si trovi davanti.
(Jack Kornfield, Il cuore saggio).

Pranava-Miryam Leboffe
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